01 Aprile 2021
Arrigo Sacchi (foto wikipedia.org)
Ai tempi del Parma (foto wikipedia.org)
Mai scelta fu più azzeccata: grazie all'introduzione di metodi d'allenamento mai visti prima e a un 4-4-2 tutto basato su pressing e tattica del fuorigioco da "calcio totale", Sacchi porta il Milan per ben due volte sul tetto del Mondo in soli quattro anni. Dopo lo scudetto del 1988 arrivano infatti due Coppe dei Campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali nel biennio d'oro 1989-1990.
Con la Coppa Intercontinentale insieme al capitano del Milan, Franco Baresi (foto wikipedia.org)
Finita l'epopea rossonera - il suo Milan è anche stato votato come squadra di club più forte della storia dalla rivista World Soccer - Arrigo Sacchi prova a riportare i suoi metodi anche alla guida della Nazionale italiana, con cui riesce a raggiungere però "solo" il secondo gradino del podio ai Mondiali USA 1994.
Sulla panchina della Nazionale (foto wikipedia.org)
Dopo un deludente Europeo del 1996 tenta poi anche un'esperienza all'estero con l'Atletico Madrid, venendo però esonerato a stagione in corso. In Spagna comincia a maturare il desiderio di chiudere con la carriera da allenatore, che si concretizza nel 2001: dopo essere tornato alla guida del Parma, l'eccessiva tensione nervosa dovuta alla professione lo porta a dire addio al ruolo di tecnico (una situazione molto simile a ciò che è recentemente accaduto al tecnico della Fiorentina, Cesare Prandelli). Inserito al terzo posto nella classifica degli allenatori di tutti i tempi della rivista France Football, Arrigo Sacchi resta il più grande rivoluzionario della storia del nostro calcio. Sempre proiettato al futuro, è stato anche coordinatore tecnico delle nazionali giovanili dal 2010 al 2014, oltreché un commentatore televisivo sempre senza peli sulla lingua.
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