Giampiero Boniperti, addio al grande mito della
Juve e del calcio italiano. Come definire un uomo che ha segnato un'intera epoca sportiva dal secondo dopoguerra mondiale e per i decenni successivi? Come descrivere le imprese di un simbolo della
Torino bianconera prima come giocatore e poi come dirigente? Forse è impossibile, comunque noi qui ci proviamo lo stesso. Per la storia del club della
Juventus rimandiamo a
questo link. Per la storia personale di
Boniperti, invece, bisogna risalire alle sue origini, oltre 90 anni fa. Nato a
Barengo, provincia di
Novara, il 4 luglio 1928, nelle giovanili, prima nel club omonimo del suo comune, poi nel vicino
Momo, i suoi primi istruttori lo impiegarono prima come
ala destra, poi come
centravanti e
mezzala rapida e dal tiro davvero forte. Solo nel proseguimento della sua carriera di attaccante poté specializzarsi nel ruolo di mezzala. Nel 1946
Giampiero Boniperti effettuò il trasferimento nella società che avrebbe contrassegnato la sua intera esistenza: la
Juventus. I primi anni successivi al secondo conflitto planetario, nonostante la grave situazione economica e sociale postbellica, videro uno straordinario sviluppo calcistico.
Alla Juventus
Nel capoluogo piemontese la protagonista di quegli anni era la squadra del
Grande Torino, che inanellò una sfilza di fila di primati per il club granata, fino alla tragica fine il 4 maggio 1949 al colle di
Superga. In tale contesto,
Boniperti esordì in
Serie A il 2 marzo 1947. Collocato inizialmente nelle riserve, lui ottenne comunque la fiducia del tecnico
Renato Cesarini, che confidava molto nelle nuove leve calcistiche.
Boniperti si mise in mostra già nel campionato 1947-48 diventando capocannoniere con 27 reti, ancora non ventenne, davanti a
Valentino Mazzola e
Guglielmo Gabetto. Soltanto dopo la triste fine del grande gruppo granata, la
Juve e lo stesso
Giampiero ebbero davvero la possibilità di mostrare tutto il proprio valore, durante le presidenze di
Gianni Agnelli e del fratello
Umberto. Quindici anni erano ormai trascorsi dall'ultimo scudetto
bianconero, cinque consecutivi dal 1931 al 1935 quando
Boniperti e compagni di squadra riuscirono a riportare il titolo in casa nel 1950. Il tridente d'attacco vittorioso includeva, oltre a lui, anche
John Hansen ed
Ermes Muccinelli. Appena due anni dopo, la
Juve conquistò un nuovo scudetto, però la vera gloria
bianconera e sua personale giunse nel quadriennio 1957-61. Tre
campionati nazionali e due
Coppe Italia vinte, con la prima delle tre attuali stelle. La stella fu per la decina di scudetti societari, e la
Juventus fu il primo club italiano ad averla. Il nuovo gruppo di attaccanti di questi anni si completava con
Omar Sivori e
John Charles, definito il "
Trio Magico".
Boniperti smise di giocare nel 1961. L'ultima gara fu in data 10 giugno, a 33 anni, ancora in buona salute fisica. Fino al 2010 lui ebbe il record di gol con la maglia della
Juventus, 178 reti, prima del sorpasso di
Alessandro Del Piero.

Sivori, Boniperti e Charles, il Trio Magico
Giampiero Boniperti dirigente
Giampiero non riuscì purtroppo a raccogliere successi con la maglia azzurra della nazionale negli anni '50 dopo la fine del
Grande Torino. Lui fu invece l'artefice dei grandi successi
bianconeri nel suo successivo periodo dirigenziale. Dopo un iniziale apprendistato,
Boniperti fu presidente della
Juve per ben 19 anni, dal 1971 al 1990, avendo praticamente illimitata libertà d'azione. In questi quasi due decenni di presidenza lui arricchì ancora più il già ricco palmares
bianconero. 9 scudetti, 2 Coppe Italia, una
Coppa Intercontinentale, una
Coppa dei Campioni, una
Coppa delle Coppe, una
Supercoppa UEFA ed una
Coppa UEFA. Tante le nuove leve calcistiche che incoraggiò a vestire la maglia
juventina, nell'epoca tattica dominata dalla
zona mista. Dal 1991 al 1994 lui fu amministratore delegato del club. Sempre nel 1991 fu nominato
Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Anche dopo la crisi del 2006,
Boniperti fu richiamato per prestare la sua opera di ricostruzione nella società.

Boniperti nel 1981, vicino al tecnico Giovanni Trapattoni ed il portiere Dino Zoff